martedì 3 luglio 2018

Private Equity 2017: cresce l'attività e "volano" i prezzi


Però' oltre due anni senza pubblicare niente, mi ero proprio stancato . . . vediamo se riesco a ricominciare.

Ho appena letto il rapporto Private Equity Monitor, redatto ogni anno dall'osservatorio della LIUC e disponibile sul sito di AIFI.

Contiene molti spunti interessanti: l'attività degli operatori cresce in termini di numero di operazioni censite, passando da 100 nel 2016 a oltre 120 nel 2017. Ogni anno quindi cresce il numero delle aziende italiane che passa sotto il controllo di investitori finanziari, a un ritmo di oltre 100 l'anno.

Con riguardo al tipo di operazione, il 66% sono classici buyout, acquisti a leva di imprese già redditizia; molto più limitati i casi di expansion capital (22%) e rari i turnaround di aziende in crisi (6%). Un numero irrisorio se si pensa al numero di crisi che hanno caratterizzato l'Italia nel 2017. Grande prevalenza per operazioni di acquisizione

La dimensione media di fatturato, espressa in termine di mediana di fatturato, è attorno ai 41 milioni di euro, quindi imprese già di una certa dimensione ma non necessariamente grandissime.

La vera sorpresa arriva leggendo il dato sulle valutazioni attribuite nelle operazioni: il valore mediano del multiplo EV/EBITDA raggiunge i 9,2X, in forte crescita rispetto al già elevato 7,9X dell'anno precedente. Un dato che sorprende anche gli estensori del rapporto e che viene attribuito a due fattori: la competizione dell'elevato e crescente numero di operatori (considerando i coinvestmenti sono circa 80 gli operatori che hanno concluso operazioni nel 2017), dall'altro il fatto che nel 2017 sono state coinvolte in operazioni alcune realtà italiane particolarmente interessanti - il che però non dovrebbe spostare più di tanto il dato mediano. E' interessante notare che il 53% delle operazioni è avvenuto con un multiplo superiore a 9, e il 30% delle operazioni con un multiplo superiore a 12!

E' un dato di fatto, la liquidità sul mercato è molto elevata, i prezzi spuntati dai venditori raggiungono livelli mai toccati sui nostri mercati negli anni passati - ma chi aveva visto d'altra parte titoli di stato con rendimenti negativi o prossimi allo zero in passato?