lunedì 15 giugno 2015

Grecia, Luxury Habits



E' curioso come molta della stampa che commenta il caso della Grecia presenti il caso come una lotta tra i paladini dei più deboli (Tsipras) e un gruppo di insensibili economisti che vuole infierire su una nazione in difficoltà.

In realtà, quello che ha irrigidito i negoziatori è l'incapacità di intervenire su una serie di privilegi che non riguardano le fasce deboli, ma proprio le classi più ricche (da cui sembra impossibile riscuotere le imposte) e alcune categorie protette di impiegati pubblici, pensionati etc. Vedi a questo proposito sul Corriere

http://www.corriere.it/opinioni/15_giugno_10/cio-che-tsipras-non-dice-all-europa-greci-17ddefc8-0f39-11e5-aa3a-b3683df52e95.shtml

Si tratta di una situazione molto comune anche nelle imprese in crisi, che spesso non riescono a capire che una stagione è finita e a tagliare una serie di privilegi maturati nel tempo - stipendi superiori alla media, macchine di lusso, quartieri generali  . . .le stesse imprese che non si rendono conto di quanto il difendere questi privilegi finisca per irrigidire le controparti.

La Grecia ha una opportunità unica di ottenere un aiuto, perché nessuno sa cosa aspetta l'Europa in caso di un default; ma la sensazione è che abbia tirato troppo la corda e che ora la situazione potrebbe anche non essere facilmente recuperabile. Nel frattempo, gran parte dei soggetti più esposti è riuscita a rientrare e non è più così preoccupata; chi rischia davvero in questa situazione sono soprattutto le fasce più deboli.

Non sarebbe la prima volta che si trova un accordo in extremis, ma francamente non mi sembra che sia questo il modo per costruire la credibilità finanziaria dello stato, e questa volta non darei per scontato un esito positivo. Gran parte degli analisti interpellati a un recente convegno di una primaria banca di investimento ha dato pronostico sfavorevole . . .

Nessun commento:

Posta un commento